Dal nulla all’essere,
all’azzurro…
di Maria Rosaria Luzi
Dalla tua finestra
sempre più azzurra
prepotente entra il mondo
con la sua armonia e la sua precarietà
ed ecco, allora,
i volti umani scolpiti dalla tua mano
prodiga di colori
i paesaggi umbri smaglianti
in primavera
e candidi
d’inverno
i boschi intrisi di mistero
gli alberi gialli che sembrano dorati
e verdi
macchiati da fiori bianchi.
Pure i ruderi
catturano il tuo sguardo
con il loro silenzio
e si tingono di rosso
ché, un giorno,
anch’essi
ospitarono la vita,
ed il lago Trasimeno, grigio come il cielo,
pare in attesa della luce
per essere, di nuovo, blu.
Perugia, la maschia città,
ti rapisce sul colle del Sole,
il suo cuore,
e i tuoi occhi si posano
sui tetti sottostanti
e, poi,
su via dei Priori,
la via regale di Santa Susanna
e su via della Cupa
profumata da un delizioso ippocastano.
Anche via Bartolo, un tempo via Scoscesa,
e l’Acquedotto, innevato,
la tua arte rende immortali
così come
la chiesa di San Domenico
ed il meraviglioso campanile di San Pietro
che, nel buio, brillano
quali diamanti
in uno splendore notturno.
Qual è l’incanto che trasudano
le tue opere?
Un viaggio dal nulla all’essere
all’azzurro, all’oro,
alla purità della luce.
a Riccardo Secchi
Maria Rosaria Luzi, 2010
di Maria Rosaria Luzi
Dalla tua finestra
sempre più azzurra
prepotente entra il mondo
con la sua armonia e la sua precarietà
ed ecco, allora,
i volti umani scolpiti dalla tua mano
prodiga di colori
i paesaggi umbri smaglianti
in primavera
e candidi
d’inverno
i boschi intrisi di mistero
gli alberi gialli che sembrano dorati
e verdi
macchiati da fiori bianchi.
Pure i ruderi
catturano il tuo sguardo
con il loro silenzio
e si tingono di rosso
ché, un giorno,
anch’essi
ospitarono la vita,
ed il lago Trasimeno, grigio come il cielo,
pare in attesa della luce
per essere, di nuovo, blu.
Perugia, la maschia città,
ti rapisce sul colle del Sole,
il suo cuore,
e i tuoi occhi si posano
sui tetti sottostanti
e, poi,
su via dei Priori,
la via regale di Santa Susanna
e su via della Cupa
profumata da un delizioso ippocastano.
Anche via Bartolo, un tempo via Scoscesa,
e l’Acquedotto, innevato,
la tua arte rende immortali
così come
la chiesa di San Domenico
ed il meraviglioso campanile di San Pietro
che, nel buio, brillano
quali diamanti
in uno splendore notturno.
Qual è l’incanto che trasudano
le tue opere?
Un viaggio dal nulla all’essere
all’azzurro, all’oro,
alla purità della luce.
a Riccardo Secchi
Maria Rosaria Luzi, 2010