La natura nei delicati tocchi di
pennello di Riccardo Secchi
di Elio Bromuri
“L’arte è come una preghiera improvvisata”: è una frase di Andrej Siniavskij riportata nell’ultima pagina del catalogo di una mostra pittorica dell’artista Riccardo Secchi, che si è tenuta di recente nel centro storico di Perugia.
Secchi è un personaggio conosciuto nell’ambiente cittadino, insieme a tutta la sua famiglia, per una lunga storia di impegno culturale e religioso. Conoscerlo per la sua produzione artistica è stata una piacevole scoperta. Scorrendo le immagini riportate ho potuto comprendere il perché di quella frase presa da Siniavskij, citata all’inizio. Le sue immagini della natura sono pensose e tenere, si può dire piene di compassione per una realtà colta nella sua semplicità, come se facesse fatica ad esistere. Un tratto di particolare pietà per ruderi di palazzi che un tempo furono belli e forti e un tocco di umanità sui volti delle persone. Non sfoggia, non esibisce i muscoli, non ci sono luci accecanti, ma il soffio, appunto, di una preghiera, lo sguardo di amorevole partecipazione per le cose umili che ci circondano.
Chi osserva questi quadri non sfugge al richiamo di specchiarvi se stesso e ritornare dentro di sé.
Non posso dimenticare che il padre di Riccardo aveva un amore per la natura e capacità di imitarla tanto che si dedicava per diletto a creare con il legno meravigliosi frutti colorati, come pere, mele e pesche, cui si è dedicato per molti anni in una piccola bottega artigiana, dopo aver abbandonato la professione in ambito finanziario.
Lo stesso amore si ritrova negli oli su tavola, realizzati con una tecnica molto apprezzata e raffinata, di Riccardo Secchi.
Pubblicato su “La Voce”n. 27 del 23 luglio 2010, pag. 11
di Elio Bromuri
“L’arte è come una preghiera improvvisata”: è una frase di Andrej Siniavskij riportata nell’ultima pagina del catalogo di una mostra pittorica dell’artista Riccardo Secchi, che si è tenuta di recente nel centro storico di Perugia.
Secchi è un personaggio conosciuto nell’ambiente cittadino, insieme a tutta la sua famiglia, per una lunga storia di impegno culturale e religioso. Conoscerlo per la sua produzione artistica è stata una piacevole scoperta. Scorrendo le immagini riportate ho potuto comprendere il perché di quella frase presa da Siniavskij, citata all’inizio. Le sue immagini della natura sono pensose e tenere, si può dire piene di compassione per una realtà colta nella sua semplicità, come se facesse fatica ad esistere. Un tratto di particolare pietà per ruderi di palazzi che un tempo furono belli e forti e un tocco di umanità sui volti delle persone. Non sfoggia, non esibisce i muscoli, non ci sono luci accecanti, ma il soffio, appunto, di una preghiera, lo sguardo di amorevole partecipazione per le cose umili che ci circondano.
Chi osserva questi quadri non sfugge al richiamo di specchiarvi se stesso e ritornare dentro di sé.
Non posso dimenticare che il padre di Riccardo aveva un amore per la natura e capacità di imitarla tanto che si dedicava per diletto a creare con il legno meravigliosi frutti colorati, come pere, mele e pesche, cui si è dedicato per molti anni in una piccola bottega artigiana, dopo aver abbandonato la professione in ambito finanziario.
Lo stesso amore si ritrova negli oli su tavola, realizzati con una tecnica molto apprezzata e raffinata, di Riccardo Secchi.
Pubblicato su “La Voce”n. 27 del 23 luglio 2010, pag. 11